Lettera a un insegnante by Vittorino Andreoli

Lettera a un insegnante by Vittorino Andreoli

autore:Vittorino Andreoli [Andreoli, Vittorino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2010-08-14T22:00:00+00:00


In questo contesto si dovrebbero considerare le assenze scolastiche. Sono convinto che si ponga poca attenzione a questo comportamento.

Si evita la scuola poiché non attrae, anzi è considerata noiosa e sgradevole: un rifiuto consapevole.

Ci sono però le assenze psicosomatiche, quando si sposta malessere e frustrazione su qualche organo che finisce per dolere o per non funzionare. Su di un organo si esprime in maniera mascherata il bisogno di fuga.

Ci sono poi le assenze diplomatiche che trovano giustificazione nella strategia di sopravvivenza, per poter mantenere un vantaggio conseguito fortunatamente e che in quel giorno potrebbe annullarsi: quindi meglio non andare.

Talora si marina la scuola semplicemente per far compagnia a un amico che non ha voglia di stare chiuso in un’aula.

Lo sai bene, ci sono assenze di tanti tipi. E poi alcune sono di un giorno ma altre sono lunghe e talvolta sono vere e proprie fughe e vanno poste tra le dispersioni. Le fughe dalla scuola sono altrettanto drammatiche di quelle da casa.

La scuola per lo più non ne soffre ed è come se considerasse la dispersione una fatalità che comunque non la riguarda.

Credo che le assenze dovrebbero non solo essere analizzate quando si ripetono, ma persino considerate uno stimolo per approfondire la situazione attuale dell’allievo, per valutare l’adesione della famiglia alla frequentazione della scuola da parte del proprio figlio, il vissuto che egli ha nei confronti dell’apprendere. Capirne il motivo potrebbe aiutare a comprendere le difficoltà dello stare a scuola, di continuarla, di dedicarvisi. Il perché ci si possa sentire estranei o estraniati.

L’assenza come comportamento può svelare una difficoltà che, se chiarita, potrebbe evitarla, ma soprattutto facilitare inserimenti più attivi dentro il gruppo-classe che magari si è fatto emarginante.

Del resto tu stesso sai che talora a scuola non ti senti a tuo agio, avverti forte ansia, la voglia di andartene, e talora fai assenze che potrebbero rientrare nella identica classificazione usata per i tuoi allievi. E la scuola finisce per diventare oggetto fobico dove è impossibile stare, come se l’incontro tra te e quella classe fosse impossibile, generasse una intolleranza che si manifesta con una grave sensazione di panico.

Le assenze dei tuoi allievi vanno prese con molta serietà proprio per capire la personalità del singolo, il suo rapporto con i compagni di classe, con te insegnante e con tutti gli altri tuoi colleghi.



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